di Simona COSTANTINO (Articolo del giornalino di Novembre 2020)
Conosciamo l’Enciclica di Papa Francesco: FRATELLI TUTTI, capitolo primo.
In questo particolare avvio di tutte le attività, la redazione propone agli affezionati lettori del giornalino, degli stralci dell’ultimissimo lavoro di Papa Francesco ispirato al messaggio di fratellanza lasciato da San Francesco.
Ogni mese, proporremo in pillole alcuni punti dell’Enciclica con l’invito a leggere questa opera che descrive il bisogno di restituire all’umanità il valore della fratellanza rubato dal progresso.
Il Papa dedica parte del capitolo primo agli effetti che la Pandemia da Covid-19 ha prodotto sul genere umano trasformandolo in maniera repentina e forse negativa.
Sul punto, riportiamo le riflessioni di Papa Francesco nel capito primo:
«Una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme. Per questo ho detto che “la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità […]. Oggi possiamo riconoscere che «ci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare distrazione, chiusura e solitudine; ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternità […]. Prigionieri della virtualità, abbiamo perso il gusto e il sapore della realtà. Il dolore, l’incertezza, il timore e la consapevolezza dei propri limiti che la pandemia ha suscitato, fanno risuonare l’appello a ripensare soprattutto al senso della nostra esistenza […]. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. È la realtà stessa che geme e si ribella […]. Velocemente però dimentichiamo le lezioni della storia, “maestra di vita”. Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”. Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare. Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato».
Questo passo rappresenti per ciascun lettore un punto di partenza per riflettere sulla propria vita e sul rapporto con l’altro in un momento storico in cui la salvezza di ognuno di noi dipende proprio dall’altro.